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Sezioni

Le accademie

Le principali

La rassegna che Deseine propone alla fine del Seicento - citando l'Accademia del Cimento per le esperienze fisiche e matematiche, l'Accademia di Pittura Scultura e Architettura, e la famosa Accademia della Crusca per la lingua italiana - dà un quadro abbastanza fedele degli interessi dei viaggiatori.

La Crusca

L'Accademia della Crusca, la cui fondazione risale al 1583 ed è legata a Leonardo Salviati, è quella che polarizza le maggiori attenzioni. Coyer la cita ammettendo tuttavia di non averla visitata personalmente e sollevando il problema della distanza fra lingua scritta e parlata: «chi non conosce la reputazione dell'Accademia della Crusca, per la purezza della lingua italiana? Avendola io appresa soltanto sui testi dei buoni autori, ho avuto molta difficoltà nel capire il linguaggio del popolo nelle città per cui sono passato». Una sorprendente avversione mostra De Brosses (1740) che, avendo raccontato di un serraglio di animali esotici, ironicamente suggerisce sia d'uopo vedere anche «un'altra specie di serraglio», la sala della Accademia della Crusca, che in omaggio al compito nobile che si pone («abburattare e setacciare la lingua italiana per trarne il fior fiore della parlata») ha predisposto una serie di puerili meccanismi allusivi che pur non togliendole il suo gran merito devono essere ascritte, «come i nomi bizzarri che si sono dati la maggioranza degli accademici italiani, solo al cattivo gusto in voga all'epoca in cui esse sono sorte»: le seggiole hanno come sedile una gerla e come schienale una pala da forno, il direttore è sollevato su un trono di macine, la tavola è una madia, i guardaroba dei sacchi, le carte si traggono da una tramoggia. Valéry (1828), pur criticando il ruolo di «tribunale grammaticale» dell'Accademia - responsabile di aver censurato Tasso - celebra il suo dizionario come modello insuperato e la difende dall'accusa di essere prescrittiva nei confronti dell'Italia mentre, a suo parere, si limita a conservare la purezza dell'idioma toscano.

Cimento

Fondata nel 1657, l'Accademia del Cimento fu la prima società a carattere scientifico costituitasi in Europa. L'attività dell'Accademia prevedeva una verifica rigorosamente sperimentale dei principi della filosofia naturale, sostenuti fino ad allora in base all'autorità di Aristotele. La 'prova' fu il sistema adottato dagli accademici come loro abito scientifico e come loro motto dato che cimento significa appunto prova, esperienza. Nel 1667 l'Accademia pose fine alla sua attività. Gli strumenti da esperienza utilizzati dagli accademici per le loro osservazioni naturali restarono però, a testimonianza della loro attività, in mostra prima a Pitti poi nel Museo di Fisica e Storia Naturale.

La decadenza delle scienze, o meglio del sapere liberale, è sottolineata, coi soliti toni aggressivi e denigratori da De Sade (1776), per il quale le scienze sono così degenerate che l'Accademia creata dal granduca in cui si insegnavano gratuitamente tutte le scienze («per la loro intrinseca essenza il naturale ornamento della aristocrazia») è a tal punto decaduta che non c'è più un solo allievo. Prosegue, con veemenza, parlando di «stato di abiezione e di annichilimento» per i fiorentini, di vergogna per Dante, Petrarca, Machiavelli, Michelangelo, di decadenza delle biblioteche frequentate solo da sventurati abati decisamente indigenti.

Vita accademica in altre città

Come è naturale la maggiore attenzione è dedicata alla vita accademica fiorentina anche per il suo indiscutibile rilievo scientifico. Vi sono tuttavia alcuni viaggiatori che si interessano delle attività in essere in altre città della Toscana. Delpuech de Comeiras (1804) si intrattiene per esempio a descrivere, divertito e anche un po' sarcastico, la quantità di Accademie che proliferano a Siena a causa del gusto molto diffuso tra la popolazione per le scienze e le belle lettere; alcune dai nomi da lui giudicati bizzarri e persino «ridicoli», come quella degli Intronati e degli Innominati. Tutta Siena, a suo dire, si picca d'essere sapiente, un bello spirito o ha la pretesa d'esserlo.

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