Accademia dei Georgofili
La fondazione dell’Accademia Economico-Agraria dei Georgofili risale al 4 giugno del 1753, per volontà dell’abate don Ubaldo Montelatici. Si era in pieno periodo di Reggenza ed era stata manifestata proprio da parte del Consiglio di Reggenza la sentita necessità di un’analisi della situazione agraria in Toscana, in vista di un suo risanamento. L’Accademia si proponeva di collaborare al progresso delle scienze e alle loro applicazioni nell’agricoltura, di intervenire sulla tutela dell’ambiente e sullo sviluppo del mondo rurale. Il punto di partenza fu l’analisi della precaria situazione in cui versava l’agricoltura nel granducato, tenendo conto anche delle teorie fisiocratiche che si andavano affermando in Italia e in Europa e che volevano l’agricoltura quale sorgente effettiva dei beni ed elemento basilare di ogni economia.
Con l’avvento di Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena l’importanza dell’Accademia per lo sviluppo dell’agricoltura si fece ancor più sentire tanto che il governo lorenese volle conferirgli carattere di istituzione pubblica. Già nel 1767 l’Accademia dei Georgofili divenne la più importante istituzione italiana con funzione di consulenza economico-agraria e il centro di studio e diffusione illuministica dei mezzi tecnici per il miglioramento dell’agricoltura.
All’inizio del secolo Napoleone Bonaparte sollecitò l’istituto affinché il Codice Civile (1804) fosse integrato con un progetto di Riforma del Codice Rurale. Nel 1827 Raffaello Lambruschini, Lapo de Ricci, Cosimo Ridolfi fondarono il «Giornale Agrario Toscano» che era stato preceduto nel 1791 dal periodico «I Georgofili», Atti dell’Accademia Economico-Agraria dei Georgofili.
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