Dintorni di Firenze
Sono molti i visitatori che si attardano nei dintorni della città, attirati dai panorami e dalle oasi di verde. Non sempre è chiaramente delineato il passaggio dalla città ai suoi dintorni, per esempio con didascalie o paragrafi dedicati, come se il viaggiatore lo percepisse come un continuum. Non a caso è stato detto che ciò che rende unico il contesto urbano fiorentino «è una campagna nella quale la città prosegue senza interruzione, in forme legate all'agricoltura e al diporto campestre piuttosto che al commercio ed all'attività artigiana che prevalgono all'interno delle mura; è un'area che fa capo al mercato cittadino ed è abitata dai possidenti che in città hanno il proprio palazzo» (Conti, 1983).
Tra i primi posti deve essere citata Fiesole, la «culla» di Firenze (A. C. Valéry, 1828) o la «madre» di Firenze (Deseine, 1699, madre snaturata che la distrusse), che Dante volle di fondazione etrusca, sulle cui pendici Boccaccio ambienta il Decameron, e che è legata in Poliziano all'elogio dell'ospitalità medicea. La venerabile tradizione letteraria ne decreta il successo, facendola assurgere a oggetto di culto tra i viaggiatori ottocenteschi: «è lungo le pendici di Fiesole volte verso la città che i più fortunati scelgono la propria residenza, e coltivano quei giardini in cui cercano di rispecchiare le loro idee su che cosa sia la Toscana, il Rinascimento o la loro visione di tutto questo» (Conti, 1983). Spesso citato è il convento di S. Francesco.
Presenti nei resoconti anche la la Certosa di Firenze, fondata da Nicola Acciaioli, con l'architettura di Orcagna; il borgo di San Casciano con la vicina Villa che fu di Machiavelli; Certaldo, divenuto immortale grazie a Boccaccio.