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Cortona

3.5.3.2

Cortona etrusca

Anche la leggendaria fondazione etrusca di Cortona si evince dalla sua cinta muraria, risalente al V secolo. In essa, in epoca romana e medievale, furono costruite le diverse porte della città. Delpuech de Comeiras (1804) nota che le mura sono formate da pietre enormi posate le une sulle altre senza calce o altra specie di cemento, molti altri restano colpiti dalla loro imponenza, la cui immagine è quella che resta più impressa nei viaggiatori.

La sua indimenticabile fisionomia Cortona la acquista però nel XIX secolo, con le scoperte dei grandi etruscologi. Il clima culturale è pronto, M.me du Boccage può affermare che «il seme etrusco delle arti rifiorisce senza sosta in Toscana» e il grande collezionista e studioso di antichità Richard Colt Hoare (1786-87), comincia a indagare le vestigia dell'antica Etruria, partendo da Siena. Cortona, per il suo passato, viene celebrata come la città «più venerabile» d'Italia, visto che «prima che Troia nascesse, prima che Ettore e Achille combattessero sotto le sue mura, Cortona già esisteva», secondo l'espressione del noto etruscologo britannico George Dennis. Accanto alla sua opera di grande e tuttora apprezzato valore scientifico, consegnano la città alla fama le pagine del tedesco Wilhelm Dorow, della raffinata Elisabeth Hamilton Gray, dell'acquarellista Ainsley, che accompagnò Dennis nelle escursioni etrusche dipingendo acquarelli di grande suggestione romantica. L'incanto della Cortona etrusca ci giunge perciò soprattutto grazie ai grandi investigatori romantici dell'archeologia.

La città è infatti ricordata anche per l'attività culturale promossa dalla sua famosa Accademia Etrusca, nata nel 1727 sotto gli auspici della corte granducale che intendeva con essa rafforzare il legame fra l'antica civiltà autoctona e il granducato mediceo, proprio nel momento in cui la dinastia era stata messa in discussione. Dopo una prima fase in cui, come dice Barthélemy, essa si proponeva di «mettere in luce i monumenti antichi», l'Accademia diventò uno dei centri di più animata discussione fra i membri di spicco della vita intellettuale della Toscana lorenese. Queste attività rimasero perlopiù estranee ai viaggiatori, i quali accennano casomai, come Barthélemy nel 1756, alla raccolta di Memorie accademiche. La collezione di antichità dell'Accademia veniva invece spesso menzionata come oggetto di visita utile ed istruttiva per il viaggio.

Cortona moderna

Anche al di fuori di questo specifico interesse Cortona mantiene una sua visibilità nelle relazioni dei viaggiatori, data la sua posizione sulla via di Perugia, una delle arterie del Grand Tour. Suoi illustri visitatori sono i viaggiatori più noti, fra cui Smollett, Peter Beckford, Woods, Mariana Starke. Forsyth e Lalande in particolare le hanno reso omaggio, quest'ultimo redigendo con grande meticolosità il repertorio di chiese, conventi, palazzi, opere d'arte, collezioni che «può essere ancor oggi di grande utilità per ricomporre un patrimonio culturale» (Brilli, 1986b). Deterrente ad una sua più ampia conoscenza è la ripida salita che vi conduce, additata da molti come «inaccessibile» (P. Beckford - 1787), «ardua» (Brockedon). La presenza di stranieri perciò è sempre piuttosto selezionata, garantita da viaggiatori fortemente motivati da interessi antiquari.

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