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Itinerari

Il viaggio in l'Italia, ambito e intensamente esercitato per diversi secoli, fece parte dell'esperienza comune delle classi abbienti di gran parte della Europa colta.

Gli snodi principali del viaggio nella penisola, percorsa in direzione nord-sud (almeno fino a quando, nell'Ottocento, la Sicilia e il Mezzogiorno costituirono nuovo motivo di attrazione), furono e rimasero (fino a tutt'oggi) le nostre città d'arte, con Roma e Venezia, Napoli e Firenze in nitido rilievo. Soggetti naturalmente a flessibilità sono invece gli itinerari che collegano questi poli così come le altre diverse città inglobate nel tour, essendo le variazioni imputabili a mille ragioni contingenti, personali, di un'epoca, delle diverse nazionalità. Entrando nel vivo dei diversi viaggi, perciò, ognuno di essi possiede una sua inconfondibile personalità.

Si tratta tuttavia di una flessibilità molto modesta. In effetti, dato il grandissimo numero di visitatori, sarebbe stato lecito attendersi una mappa intricatissima dei percorsi. Così invece non fu. I viaggiatori si mossero compatti lungo un tracciato quasi invariato, solcato cento e cento volte con minime variazioni personali.

Soprattutto se li consideriamo per aree cronologiche omogenee e per gruppi omogenei di nazionalità, gli itinerari presentano molti tratti comuni e duraturi. Se gli inglesi per esempio, come notava non senza ironia Baretti, non si sarebbero degnati di visitare nessun luogo che non fosse già sulla bocca di tutti, misurarsi sull'esperienza dei visitatori precedenti era abitudine comune ai viaggiatori di ogni provenienza. Le ragioni di questa iterazione dipesero in gran misura dalla guidistica e dalla letteratura che servivano di vademecum per i viaggiatori, oltre che dal potentissimo ascendente del 'sentito dire'.

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