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Variazioni tra seicento e settecento

Evoluzione delle preferenze

Nel lungo arco temporale che interessa il viaggio in Italia, i puntelli ideologici e culturali dei protagonisti sono in continua evoluzione. Questa mobilità si riflette automaticamente nelle preferenze rispetto alle città italiane da visitare. Perché mutino le destinazioni e gli interessi bisogna infatti che maturino altrettante mutazioni nel gusto e che per esempio, oltre al Rinascimento, si vada a scoprire dell'Italia anche il Medioevo.

È lecito perciò abbozzare un prospetto delle preferenze che tenga conto della evoluzione del gusto fra il Seicento e il Settecento. Cesare De Seta ipotizza un simile prospetto, evidentemente valido a titolo di orientamento, tramite un confronto quantitativo fra le pagine di Misson (1688) e quelle di Lalande (1765) i cui Voyages sono, dell'uno e dell'altro secolo, i testi più rappresentativi e seguiti (De Seta, 1982).

Seicento

Nel Seicento la città prediletta è Roma (non perderà mai il suo primato), la seconda assoluta Venezia, entrambe destinate ad accrescere le loro fortune. Terza, ma con distacco, Napoli, seguita da Bologna la cui fortuna, al contrario, sarà destinata a crollare. Solo a questo punto si colloca Firenze che stenta ad affermarsi in un secolo dominato dal fascino della civiltà barocca. I centri di più piccole dimensioni sono molto defilati, fra di essi Pisa e Lucca già spiccano. Due le eccezioni di grande gradimento: quella di Loreto per il suo santuario e quella di Pozzuoli per le rovine antiche.

Settecento

Nel Settecento la geografia dell'Italia sembra più articolata e mobile: si affermano le tappe intermedie e l'itinerario si estende fino e oltre Napoli. Nel mutare di equilibri la capitale assume un peso ancora maggiore e contemporaneamente si assiste alla parziale crisi di Venezia. Il razionalismo e il rigorismo della cultura illuministica giocano il loro ruolo intimidatorio di fronte agli splendori bizantini della città. Al secondo posto assoluto passa Napoli, considerata ora l'unica grande capitale europea d'Italia; Bologna è in netto peggioramento a causa anche dello scaduto prestigio dell'Università; si assiste all'inarrestabile boom della colta e raffinata Firenze e dell'illuminata Torino; assumono un certo peso i piccoli centri e, in Toscana, le città di Siena, Pisa e Lucca. Defilate ma presenti anche Livorno, Cortona, Arezzo.

La temperie culturale dei lumi trova il suo terreno di elezione a Pompei e nelle pitture conservate a Portici. Le ragioni della nuova cultura man mano trasformano «l'ultima tappa del viaggio (Napoli) nel vertice di un nuovo viaggio [...]. Il tradizionale percorso del Grand Tour ha invertito i suoi punti caldi: non più Venezia e Firenze, ma l'asse Roma-Napoli è l'itinerario privilegiato del viaggio in Italia nella seconda metà del Settecento» (De Seta, 1982).

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