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Le feste della campagna

I contadini toscani in un'immagine settecentesca a colori

Un settore a parte è quello dedicato alle feste della campagna, nel quale il racconto del calendimaggio occupa un posto a sé. Castellan (1804), protagonista di un bozzetto agreste, si trova trascinato nella danza intorno all'albero addobbato per la festa di Calendimaggio e ascolta le leggende su Carlomagno e i doni che elargì a Calendimaggio e Ferragosto, Befana, Mezza Quaresima, suoi fratelli e sorelle. Fra gli altri la descrive De Brosses: «Cinque o sei fanciulle di quattordici o quindici anni, molto ben agghindate e le più graziose del villaggio, si riuniscono insieme e vanno a cantare di casa in casa per augurare a tutti un allegro Maggio. E le loro canzoni sono composte di un grande concerto di voci di cui la maggior parte sono le più piacevoli del mondo. Esse si augurano che si gioisca dei piaceri della giovinezza e insieme di quelli della stagione. Che si abbia sempre uno stesso amore alla sera e al mattino. Che si possa vivere fino a centodue anni. Che tutto ciò che si mangia si possa convertire in zucchero e olio. Che non si faccia uso di abiti o merletti, che la Natura sia sempre ridente e che la bontà dei suoi frutti possa sorpassare la bellezza dei suoi fiori».


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