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La via del sud: di ritorno da Roma

Strada da Roma a Firenze in una carta settecentesca di Antonio Giachi

Al ritorno da Roma o Napoli (è il caso di Bergeret nel 1774), la capitale del Granducato può essere visitata per la prima volta oppure, più raramente, costituire la tappa di un rinnovato soggiorno già sperimentato in andata. L'intenzione, spesso, è di sostarvi per riposare e riprendere il cammino: ci si diletta con ciò che si è precedentemente tralasciato o se ne approfondisce la conoscenza.

Un esempio del primo caso è quello di Borel, viaggiatore del 1823-24, che pur passando per Firenze nel corso del suo tragitto di andata, rimanda la visita della città ad un secondo momento, soddisfatto il suo desiderio di vedere Roma. La visita infatti l'anno successivo al suo arrivo in Italia, giungendovi attraverso Siena-Poggibonsi. Anche Duclos che sbarca in Toscana - a Viareggio - il 27 dicembre 1766, visita Firenze solo nel tragitto di ritorno da Roma, passando per Siena il 24 aprile del 1767 e trattenendovisi per tre giorni (25-28 aprile 1767) prima di ripartire per Bologna, non senza aver visto i fuochi di Pietramala.

Non solo Siena ma anche Arezzo è una frequente tappa precedente l'arrivo a Firenze. Spesso quanti hanno percorso la via di Siena ricorrono al ritorno all'itinerario che attraversa l'Umbria ed entra in Toscana poco prima di Arezzo. Smollett (1765), per esempio, annota che è stato il suo banchiere romano, Barazzi, a suggerirgli questa variante, anche in considerazione dello stato avanzato della bonifica della Valdichiana.

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