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Incidenti

Attentavano alla sicurezza del viaggiatore non solo il sole, gli insetti e i disturbi intestinali ma anche i frequenti incidenti che accadevano sia per le condizioni delle strade (spesso insicure, aperte su precipizi, trasformate in torrenti dalle piogge, disseminate di buche), sia per le condizioni dei veicoli o dei cavalli (a volte non verificate), sia per la sbadataggine umana, proprio come adesso, anche se i parametri della nostra sicurezza sono stati fortemente aggiornati. Non solo la letteratura è prodiga di consigli ed aneddoti sul tema ma anche le testimonianze figurative, incisioni, litografie, disegni, spesso voltate al satirico, raccontano di frangenti a volte spaventosi, quasi sempre a lieto fine.

Le strade, sconnesse, incise da profonde carrarecce, che nascondono pietre vaganti letali per le ruote delle carrozze, oppure infangate e inondate durante il periodo delle piogge, sono spesso concausa dei guasti meccanici, tra cui i più frequenti sono la rottura delle cinghie di sospensione o delle balestre o, peggio, dell'assale. L'esperienza peggiore, tuttavia, è quella per niente rara del ribaltarsi della carrozza. Così André Morellet, nel 1758, poteva non senza un sospiro di sollievo raccontare di un pericolo scampato, quando affrontando una salita i cavalli, i cui zoccoli già sprizzavano scintille sulle rocce, si impuntarono facendo rinculare la carrozza verso l'abisso. Il postiglione, dopo aver frustato le bestie senza pietà e invocato Sant'Antonio, si gettava fuori dalla vettura che, con bauli e passeggeri, faceva il gran salto. Sobbalzi, urti, la provvida fermata: un albero grosso e fronzuto, in bilico sul burrone, rappresentava l'estrema insperata ancora di salvezza.

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