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Briganti di via e altri incontri poco raccomandabili

Massima vigilanza doveva essere posta nel trattare con il mondo 'esterno' che, dal tono allarmista o lamentoso preponderante nei racconti, sembra un mondo fatto di canaglie pronte ad approfittarsi del viaggiatore non appena abbia abbandonato il protettivo guscio di difesa rappresentato dalla carrozza. In realtà l'Italia era più sicura di quanto i visitatori raccontassero, ma tant'è: nella memoria è più grato il ricordo avventuroso della quotidianità un po' opaca.

Banditi

Di storie di banditi i viaggiatori ne raccontano a bizzeffe, quasi sempre per 'sentito dire'. Un po' la paura di incontrarli, un po' l'aura romantica che li circonda, ne fanno un capitolo dei racconti di viaggio piuttosto cospicuo che soddisfa il lato avventuroso e romanzesco del piacere del viaggiare. Il pericolo si limitava in effetti allo Stato della Chiesa, alle province napoletane e, più tardi, alla Sicilia. Inoltre, pare assodato che «anche in località notoriamente infestate [....] le carrozze degli stranieri non fossero il bersaglio preferito da un brigantaggio interessato ai sequestri di mercanti e possidenti locali» (Brilli, 2004).

Contro di esso, oltre alla ovvia precauzione di rifiutare passaggi agli sconosciuti, poteva servire, se si aveva animo combattivo, una bella pistola a due colpi, che, infatti, non mancava di essere consigliata come parte del corredo del viaggiatore prudente. Se si soccombeva ai banditi il destino era quello di essere rapiti e condotti nelle campagne circostanti a scopo di riscatto. Dopo le campagne napoleoniche, durante le quali i banditi furono impiegati come armate irregolari in funzione antifrancese, la percezione del fenomeno fu posta sotto una luce ancor più romantica. Coloro che approfittarono dell'amnistia concessa dallo Stato della Chiesa e scontarono il loro breve periodo di pena a Castel Sant'Angelo, furono spesso oggetto di visita, diventando una delle attrazioni turistiche più in voga. Le signore, soprattutto se inglesi, ne ammiravano l'aspetto feroce ma affascinante.

Ladri e altri lestofanti

Era fondamentale inoltre, per la propria sicurezza, stare in guardia nei luoghi pubblici. Strade e osterie erano il ritrovo naturale di ladri e imbroglioni: guai mostrare gioielli, tabacchiere, orologi, piuttosto dissimularli, magari dentro una cintura da tenere sotto gli abiti. Bisognava anche guardarsi dai ciarlatani e perciò non lasciarsi ingannare da parrucche, mani ingioiellate, abiti ricercati: tutti espedienti per mettere nel sacco gli ingenui. Bisognava anche evitare con cura i giocatori di professione che spesso, per attirare lo straniero, si servivano della complicità di camerieri compiacenti o servette d'albergo, queste ultime di comprovata voluttà. Guardarsi infine massimamente dalle cortigiane. Qui il danno era doppio, economico e di salute. Nella disgraziata ipotesi di una malattia venerea, si consigliava la continenza (anche se un po' in ritardo), la somministrazione di mercurio e una dieta ricca di decotti e latticini.

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