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Postiglioni, corrieri, vetturini

Il postiglione

Una delle figure più bistrattate nei ricordi di viaggio è quella del postiglione, personaggio equivoco ma indispensabile almeno fino a quando, in pieno Ottocento, viene introdotto l'uso dei freni a martinicca sulle ruote posteriori. Solo allora il ruolo del giovane postiglione che cavalcava uno dei cavalli del traino alla barra cominciò a essere sostituito con quello del cocchiere, che guidava la pariglia e controllava la vettura dall'alto della serpa.

Si trattava di un individuo alquanto detestato, le cui caratteristiche ricorrenti sembravano essere insolenza e tracotanza, e non solo in Italia ma in tutta l'Europa. Possedeva una sua 'divisa', con pantaloni aderenti di cuoio e stivaloni alla scudiera, una redingote piuttosto attillata e un cappello che calcava sui lunghi capelli, raccolti in un codino dondolante. Una delle sue abitudini più condannate è quella di esigere continuamente supplementi esosi rispetto ai prezzi pattuiti. Ne deriva un ritratto che lo disegna sempre avido, imbroglione e arrogante.

Corriere

Per i proprietari di carrozza, un'altra figura indispensabile è quella del corriere. Il suo compito era quello di 'correre in avanti' provvedendo ad ogni nuova stazione di posta a far bardare i cavalli e prepararli così che non si perdesse tempo nei cambi. Un buon corriere era colui che saldava i conti del proprio padrone sollevandolo dalle mediocri incombenze dei cambi e delle trattative in lingue non familiari, conosceva l'offerta della città e sapeva procurare una locanda degna del rango del suo padrone, era edotto sui monumenti da visitare e sulle operazioni necessarie per aggirare divieti o orari di apertura proibitivi; era a giorno delle principali novità così che sapeva condurre le signore a fare acquisti regolando i prezzi in maniera vantaggiosa. In tempi in cui non esistevano le guide cartacee il corriere, insomma, «faceva da baedeker privato in grado di intuire tutto quello che al cliente avrebbe fatto piacere vedere» (Brilli, 2004).

Il vetturino

Per coloro che noleggiavano carrozza e conducente, bisognava trattare con il vetturino. Se, come si è visto, si levavano alte voci di protesta contro l'esosità della categoria, il suo ruolo si distingueva però da quello degli altri attori dell'organizzazione del viaggio per l'alta percentuale di rischio personale che investiva nel suo mestiere. Era, in effetti, un piccolo imprenditore cui si riconosceva professionalità e audacia. Come il viaggiatore Cobbett (1821), grande estimatore del viaggio a noleggio, ci ricorda: «quella del vetturino è un'attività che richiede grande spirito di iniziativa, il che vuol dire essere pronto in ogni momento a percorrere qualsiasi distanza e a dirigersi verso qualsiasi meta. Corre seri e continui rischi, infatti se capita un'improvvisa azzoppatura o la morte di un cavallo quando è lontano da casa, può assistere alla rovina della propria attività, specie se non ha un capitale per ricominciare da capo» (Brilli, 2004).

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