Bergeret de Grancourt Pierre-Jacques Onésyme [ 1715 - 1785 ]
Figlio di una famiglia altolocata che aveva ricoperto ruoli di prestigio nella compagine statale fin dai tempi di Luigi XIV, ricoprì il suo primo incarico ufficiale nel 1751 quando il padre chiese per lui, a Luigi XV, il posto di 'receveur general' rimasto allora vacante. Ottenutolo, diede procura per gli affari che quella carica avrebbe comportato e continuò a condurre nella capitale una vita fastosa e interamente dedicata alle belle arti. Alla morte del padre, nel 1763, la graziosa benevolenza del re si riversò tutta su di lui che ottenne una promozione all'interno dell'amministrazione delle finanze e il cordone dell'ordine di San Luigi. Diventando tesoriere generale aveva conquistato una delle cariche più importanti e invidiate di tutto lo Stato. Inoltre, dotato per parte di padre di una imponente fortuna che aveva consolidato con il matrimonio (aveva sposato la sorella della guardia del tesoro reale), ne disponeva con il fasto di un gran signore. Rapito da quell'amore per le arti che era il sentimento della gente di mondo nel XVIII secolo, si era votato al gusto del collezionismo. La sua dolorosa mancanza di talento era compensata dal suo sontuoso mecenatismo. Per il suo riconosciuto ruolo di protettore delle arti fu eletto nel 1754 socio sostenitore (associé libre) della Accademia Reale di pittura e scultura. Il viaggio in Italia, terra benedetta da tutti gli amatori d'arte, fu quanto di più naturale potesse concepire un esponente così in vista di quel mondo della finanza e delle arti che aveva preso l'abitudine di recarvisi. Il resoconto ci inizia alla maniera del viaggiare di questi ricchi collezionisti, ci fa conoscere l'accoglienza che ricevevano all'estero gli opulenti francesi, ci introduce nei salotti romani e con ironia racconta tutti i dettagli dell'etichetta e le sontuosità di una conversazione molto ricercata.