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Arte in Toscana

Arte romanica

La grande fioritura artistica della regione ebbe inizio nell’XI secolo, con lo sviluppo dell'architettura romanica di cui i maggiori esempi sono a Firenze sono il Battistero, consacrato nel 1059, e la chiesa di S. Miniato al Monte, anch'essa ricca di derivazioni tardoantiche. Declinazioni diverse di quest’arte furono l'architettura lombardeggiante di Lucca e quella originalissima di Pisa, il cui celebre complesso della Piazza dei Miracoli mostra chiaramente la fusione di elementi romanico-lombardi con altri di derivazione orientale, unita ad una spiccata attenzione agli elementi coloristici e decorativi. Il romanico pisano trovò larga diffusione anche in altre città toscane fra cui Pistoia, Lucca, Arezzo e oltre i confini regionali, per esempio in Sardegna, regione che la repubblica marinara di Pisa cercò sempre di legare a sé anche tramite scambi artistici (nel 1312 il pulpito di Gugliemo, già nella cattedrale pisana, venne trasportato in quella di Cagliari).

I maggiori centri della scultura romanica furono Pisa (Guglielmo, Bonanno), Lucca e Pistoia, città nelle quali dominò l'influsso lombardo-emiliano. La rivalità economica e la frammentazione politica aveva così la sua inevitabile ripercussione anche nelle arti, sviluppando in ogni comune un proprio gusto e stile di influenza limitata.

Arte gotica

L'arte gotica toscana ebbe i suoi principali centri a Firenze (S. Maria Novella, S. Croce, Cattedrale), dove fu caratterizzata da un'interpretazione severa del nuovo gusto, e a Siena. Anche l’architettura civile adottò lo stile gotico (Palazzo Vecchio, Loggia della Signoria a Firenze, Palazzo Pubblico a Siena) come tipologia edilizia corrispondente alle esigenze di una società sempre più articolata. A iniziare dalla seconda metà del XIII secolo si sviluppò nella regione l'attività di un'eccezionale serie di maestri. Innovatore della pittura allora attardata sui moduli bizantini fu Cimabue, ma la vera rivoluzione pittorica fu compiuta da Giotto, la cui influenza andò ben oltre i limiti regionali e quelli dell'arte gotica, delineando in anticipo, con la creazione di un nuovo concetto di spazio e di naturalezza rispetto all’arte bizantina, il concetto umanistico di arte. Il grande iniziatore dell'arte senese fu invece Duccio di Buoninsegna che seppe rinnovare la tradizione pittorica bizantina sciogliendone gli schemi stereotipati in una linea fluida ed esaltandone la raffinatezza cromatica.

Il Rinascimento

Il XV secolo, con lo sviluppo dell'Umanesimo, segnò il periodo di maggiore splendore artistico per la Toscana e particolarmente per Firenze, divenuta in ogni campo città egemone. L'opera straordinaria di artisti quali Brunelleschi, Donatello e Masaccio diede inizio, rispettivamente nell'architettura, scultura e pittura, al Rinascimento italiano, che assunse una statura ‘europea’ per gli influssi che a lungo esercitò sull'arte successiva degli altri paesi che ad esso si ispiravano.

In architettura si sviluppò in particolare il tipico palazzo fiorentino, mentre numerose sorsero anche le ville suburbane, grazie all'attività di notevoli architetti, seguaci di Brunelleschi: Michelozzo, Giuliano da Maiano, Benedetto da Maiano, Giuliano da Sangallo. Fondamentale per la definizione dei caratteri dell'architettura toscana fu la personalità di Leon Battista Alberti, di cui fu allievo Bernardo Rossellino, l'autore del palazzo Piccolomini a Siena e soprattutto della progettazione di Pienza, uno dei più eccezionali esempi di architettura rinascimentale.

Anche la produzione scultorea del XV secolo fu assai vasta. Primi grandi maestri del secolo furono Ghiberti a Firenze e Iacopo della Quercia a Siena, entrambi, in certa misura, ancora legati a modi gotici. Numerosi gli scultori della seconda metà del secolo, portatori di un'arte meno drammatica di quella donatelliana: i due massimi furono Antonio Pollaiolo e Andrea Verrocchio.

Anche in pittura Firenze divenne il centro dominante. Contemporaneamente a Masaccio operarono Masolino e Beato Angelico, ancora legati alla tradizione tardo-gotica, ben presto però superata, come dimostrano le opere di Filippo Lippi, di Andrea del Castagno, di Paolo Uccello, originale interprete della nuova scienza della prospettiva introdotta da Brunelleschi, e soprattutto di Piero della Francesca, uno dei massimi artisti del Rinascimento, che ebbe tuttavia, a Firenze, scarsa influenza. Sul finire del XV secolo furono operosi Benozzo Gozzoli, il Pollaiolo, il Ghirlandaio, Piero di Cosimo, Filippino Lippi, Sandro Botticelli, nelle cui raffinate espressioni già si riflettono il travaglio della società fiorentina e la crisi della cultura umanistica. Anche Leonardo e Michelangelo iniziarono la loro attività a Firenze influenzandone profondamente l'arte del XVI secolo, seppure l'importanza culturale della città cominciava a diminuire a vantaggio di Roma.

Il barocco

Il barocco in Toscana fu più sobrio che in altre regioni italiane. L'arte toscana restò legata al classicismo di età rinascimentale e accolse tardivamente e limitatamente le novità del barocco, piuttosto a Siena e Pistoia (Cappella del Voto nel Duomo; chiesa dello Spirito Santo) che, esprimendo dei papi, accolsero episodi di barocco romano. Il maggiore contributo dell'architettura sei-settecentesca toscana fu comunque dato dalle numerose e sfarzose ville sparse nelle campagne, specie dei dintorni di Firenze.

Il neoclassicismo

Sul finire del XVIII secolo si diffusero i modi neoclassici, che in architettura trovarono i migliori interpreti in Paoletti, Cacialli e Poccianti. Pittori quali Benvenuti e Sabatelli alternarono pesanti complessi decorativi a più equilibrate composizioni. Nell'Ottocento andò scomparendo un'architettura di specifica caratterizzazione toscana. Le maggiori personalità si ebbero nel campo della scultura, mentre l'attività dei Macchiaioli conferì nuovamente alla regione un ruolo di prestigio nell'ambito della cultura artistica europea.

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