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Occupare il tempo

Una caratteristica comune ai diversi mezzi di locomozione era la loro lentezza, più o meno esasperante. I viaggi erano lunghi (da Roma a Firenze, col vetturino, Cobbett nel 1821 impiegò sei giorni), così all'organizzazione del tempo da trascorrere in viaggio erano destinate parte delle risorse durante i preparativi precedenti la partenza.

Lettura

L'occupazione più comune era la lettura. Volumi immancabili, che si prestavano a consolare il viaggiatore per la loro bellezza, nelle ore di clausura dentro la claustrofobica carrozza, erano quelli d'arte, corredati spesso da pregevoli incisioni. La tradizione grafica, specie anglosassone, si specializzerà in questa produzione di «album iconografici e cartelle di incisioni dedicati a vedute di città, a tratti paesaggistici particolarmente pittoreschi e alla tradizione artistica italiana» (Brilli, 2004). Le carrozze più lussuose potevano avere in dotazione una biblioteca in miniatura di costosi volumi in sedicesimo (costosi sia per le legature dei volumetti sia per l'ebanisteria miniaturizzata dello scaffale utile a contenerli), ma anche quelli di normali dimensioni erano compagni dei viaggiatori quando non soccorreva neppure la possibilità di godere del paesaggio esterno, per via della polvere e degli scossoni.

Pittura

Quando ci si stancava di leggere, svago prediletto erano pittura e scrittura. Per la prima attività erano molto in voga sia la camera lucida (che «tramite un sistema di specchi, consente di inquadrare e rifrangere su una lastra di vetro una scena - in genere una veduta che il pittore disegna dal vero appoggiandovi il foglio sopra») sia il cosiddetto Claude glass (dal nome del Lorenese), «un vetro leggermente convesso, colorato o con il sottofondo nero» attraverso il quale il pittore inquadrava il paesaggio (Brilli, 2004).

Scrittura e giochi

Oggetto di viaggio di gran lunga più diffuso è però lo scrittoio portatile «che consiste in una cassetta di legno pregiato o di radica di noce munita di uno scomparto per le penne, di una boccetta d'inchiostro, di un contenitore per la cenere o altra polvere assorbente col coperchio bucherellato, di altri scomparti per la carta, nonché di ripostigli segreti che s'aprono a molla per cosucce riservate o di valore. Una volta aperta, la cassetta forma un ripiano inclinato, coperto di pelle o di velluto, sul quale scrivere» (Brilli, 2004). Grazie ad esso possediamo molte di quelle bozze, appunti, annotazioni che nella calma della quotidianità sono diventati i libri di viaggio che leggiamo. Le guide consigliavano anche il modo di preparare l'inchiostro in polvere «a base di osso di persiche, carbonizzato e unito a porzione di vitriolo, di galletta trita e di gomma arabica, da stemperare con vino o aceto caldo» (Astengo, 1992).

Alternative meno solitarie per ingannare le attese sono i giochi da tavolo, come gli scacchi, o altri giochi di società.

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