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Carte geografiche e stradari

Le carte geografiche

Strumento indispensabile al viaggiatore, anche durante la preparazione oltre che in viaggio, erano le carte geografiche. In un primo tempo vendute separatamente, dal Settecento cominciano ad essere annesse alle guide, almeno quelle che riguardano itinerari limitati e zone circoscritte.

Misson (1688) parla a lungo di questo argomento consigliando di procurarsi le carte prima della partenza e non sul posto, e di procurarsene di più autori ché spesso gli sconosciuti sono più affidabili dei noti; di farsi rintelare le carte e di tenerle avvolte attorno ad un apposito bastone (mentre molti oracoli consigliano di rintelarle per poterle ripiegare e usare in modo tascabile); di annotare gli errori e comunicarli a chi di dovere per rendere un proficuo servizio al progresso della scienza cartografica.

Lalande un secolo dopo (1765), per far fronte alle dilaganti lamentele sull'incompletezza e inaffidabilità del materiale geografico e topografico a disposizione, consiglia la carta geografica della penisola in due fogli di D'Anville, l'atlante di Magini, il Novum Italiae Theatrum di Blaeu (1743).

Gli stradari

I viaggiatori più accorti si munivano anche di stradari, volumi tascabili che fornivano gli itinerari principali del paese cui erano dedicati, con le indicazioni delle distanze e dei tempi necessari per raggiungere le diverse località, con la segnalazione delle stazioni di posta, delle dogane, con il corredo di cartine illustrate e tavole sinottiche.

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