Nato e morto a Parigi (1732-1816) era però di origine italiana, nipote del celebre umanista Guidi. Ricoprì il ruolo di doyen des gentilshommes ordinaires du roi et des censeurs royaux. Tra i suoi lavori più significativi si annovera la traduzione di uno scritto di Muratori, La véritable dévotion (1778) e il diario relativo al viaggio in Italia, in forma di relazione con aneddoti e citazioni tratte da autori precedenti in ossequio alle sue intenzioni programmatiche esplicate nella prima lettera. Il viaggio fu intrapreso nel 1773 quando, dopo aver varcato il Moncenisio, visitò Susa, Torino, Vercelli, Novara, Milano, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Venezia, Ferrara, Bologna, Imola, Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, Pesaro, Senigallia, Ancona, Loreto, Recanati, Macerata, Tolentino, Foligno, Spoleto, Terni, Narni e Roma. Proseguì poi per Viterbo, Siena, Firenze, Modena, Reggio, Parma, Piacenza, Novi, Tortona e Genova, rientrando in Francia attraverso la linea costiera.