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Collezionismo mediceo

La prima collezione di strumenti scientifici fu iniziata da Cosimo I de’ Medici. La ‘Guardaroba’ (1562) di Palazzo Vecchio, oggi chiamata anche ‘Sala delle Carte Geografiche’ per via delle raffigurazioni che ricoprono i cinquantasette sportelli degli armadi della sala, il cui soggetto sono i paesi del mondo allora conosciuti (opera di Egnazio Danti, cosmografo granducale dal 1562 al 1575), conteneva i pezzi della prima collezione medicea. Altri strumenti erano collocati nello Scrittorio e nel Tesoretto, dove si conservavano gli oggetti di piccole dimensioni.

Alla fine del XVI secolo Ferdinando I fece trasferire gli strumenti in un ambiente della Galleria degli Uffizi che fu chiamato ‘Stanzino delle Matematiche’ (ora Sala dell’Ermafrodito), dove, accanto alle celebrazioni di imprese medicee, Giulio Parigi realizzò una storia visiva delle Matematiche con ritratti di Pitagora, Tolomeo, Euclide, Archimede. Alla collezione giunsero per lascito testamentario gli strumenti scientifici appartenuti all’ingegnere inglese Robert Dudley e quelli acquistati in Germania da Mattias de’ Medici (il fratello del granduca Ferdinando II, che cooperò attivamente al governo del granducato pur essendone direttamente escluso).

A metà del Seicento, la costituzione dell’Accademia del Cimento (1657), voluta e sostenuta da Ferdinando II e da suo fratello, il cardinale Leopoldo de’ Medici, per studiare i fenomeni naturali secondo il metodo sperimentale di ispirazione galileiana, determinò un incremento della collezione con strumenti soprattutto utili allo studio della termometria, della barometria e della pneumatica, e un su parziale trasferimento a Palazzo Pitti dove aveva sede l’Accademia.

Nel 1775 l’ingente patrimonio scientifico fu trasferito presso il neonato Regio Museo di Fisica e Storia Naturale a Palazzo Torrigiani.

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