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Collezionismo lorenese

E’ solo in età lorenese, per volere del granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena (1765-1790), che la ricca collezione medicea venne trasferita nel Regio Museo di Fisica e Storia Naturale (1775) che ha sede nel Palazzo Torrigiani di via Romana. La direzione del museo venne affidata all’abate Felice Fontana che arricchì la collezione con nuovi strumenti di matematica, fisica, meteorologia ed elettricità, in gran parte costruiti nelle officine artigiane del museo. Nelle ‘fabbriche’ gli artigiani svolgevano infatti molte attività: restauravano o costruivano ex novo gli strumenti scientifici (pregevole il lavoro di Felice Gori); modellavano cere (un ruolo fondamentale per lo studio dell’anatomia umana e comparata rivestiva la collezione di modelli in cera - realizzati da Clemente Susini per volere di Pietro Leopoldo e Felice Fontana - che discendono da un’antica tradizione ceroplastica portata a Firenze nel corso del Seicento dall’abate siracusano G. G. Zumbo), imbalsamavano animali o essiccavano piante. Il Museo divenne in breve uno dei più importanti e conosciuti al mondo. Disponeva di laboratori sperimentali, di un giardino botanico, di un osservatorio astronomico, di una biblioteca e, dalla prima metà dell'Ottocento, di un Liceo per l'insegnamento delle scienze.

Il Museo e le officine, dopo un periodo di abbandono durante l’occupazione francese (1799-1814), furono riorganizzate al tempo della restaurazione lorenese. Nel 1841 fu costruita la Tribuna dedicata a Galileo Galilei. A partire dal 1878 la collezione fu smembrata: le cere anatomiche insieme alle collezioni zoologiche rimasero a Palazzo Torrigiani nel nuovo Museo di Storia Naturale. Gli strumenti fisici ed astronomici, in un primo tempo destinati allo stesso, si trovano ora nell’attuale Museo di Storia della Scienza in Piazza dei Giudici.

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